Ancora una volta ritorno a parlare di qualcosa che ha a che fare con la tradizione calabrese. In realtà, ad onor del vero, anche in Puglia si produce. Sto parlando del vincotto, un mosto che si cuoce a lungo e a fuoco lento che lo porta ad una riduzione simile ad uno sciroppo.
Può essere preparato da sole uve rosse o da uve bianche e rosse. Nel video vi faccio vedere la preparazione. Sotto al video invece trovate dei cenni di storia riguardanti questo sciroppo usato anche come rimedio della nonna.
Ricordo quando ero bambina che si facevano le gite con tutta la famiglia, fino alla terza generazione uno o due volte durante l’inverno e si andava in montagna dove aveva nevicato. Io che sono cresciuta in riva al mare ero molto felice perchè la neve era qualcosa di così strano e diverso. Non si andava molto lontano. Ci portavamo dei secchi perchè non dovevamo fare i pupazzi di neve, dovevamo portare a casa la neve, che avremmo consumato come dessert con il buon vincotto!
Ma non solo, quando si preparavano le zeppole, si inzuppavano nel vincotto. Io pensandoci bene, non ricordo di aver mai mangiato le zeppole inzuppate!
La preparazione di questo vincotto è antica, risalente all’epoca dei romani.
Il vincotto si differenzia dalla Saba, prodotta nel centro Italia e in Sardegna per l’aggiunta di noci intere per fare in modo che il mosto non si attacchi sul fondo del pentolone, ma il metodo di preparazione è lo stesso. Mentre invece non si deve confondere con il Vino cotto di Marche e Abruzzo che dopo essere stato cotto si fa fermentare in caratelli di rovere, ovvero delle botti da liquore.
Non si deve pensare che dato il suo sapore dolce, per il contenuto naturale di zuccheri, il vincotto è buono solo per preparare dolci, ma anzi, accompagnato con i formaggi stagionati e semistagionati, si può portare in tavola una deliziosa portata di formaggi. Inoltre veniva utilizzato come rimedio naturale contro la tosse.
Per preparare quindi il vincotto serviranno circa 10 litri di mosto fresco appena pigiato per ricavarne dai 2 ai 3 litri. Come dice mia mamma, si va un po’ ad occhio! E’ importante farlo schiumare non appena giunge a bollore con la classica schiumarola. Il mosto infatti, produce molta schiuma in superficie. Una volta che il vincotto si è ridotto per un terzo della quantità iniziale, va fatto raffreddare e solo una volta freddo si può imbottigliare in bottiglie sterilizzate. Si conserva anche fino ad un anno in un ambiente chiuso e al buio.
Con il vincotto noi prepariamo le Sammartine, un dolce tipico tradizionale natalizio calabrese. In Puglia sono invece famose le Carteddate!
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in Emilia il mosto appena pigiato di uve rosse si cuoce con farina e zucchero fino a ottenere un composto consistente, che lasciato raffreddare si consolida. Questo lo chiamiamo sugoli.
Deve essere squisito anche il vincotto
Interessante! Proverò a consigliarlo a mia madre! Come viene utilizzato il Sugoli?
Un dolce al cucchiaio.. Noi, quando troviamo il mosto fresco – quest’anno è andata buca – alla fine della cottura li mettiamo nelle coppette da servire fredde.
Molto interessante! Grazie!
😀
Non so chi ti abbia detto che in Sardegna alla Sapa, (Saba in lingua sarda), si aggiungono le noci (???) Si aggiunge la scorza d’arancia fatta essiccare durante l’inverno precedente, qualcuno mette la mela cotogna per addensare. Il procedimento è identico a quello utilizzato dai tuoi genitori nel video, c’è chi la preferisce più densa e la lascia cuocere un po’ di più.
Ciao
Ciao Virginia,
grazie per avermi scritto! Correggerò il testo poiché non é chiaro ció che intendo: nel centro Italia (e qualcuno mi ha detto in Sardegna) le noci vengono utilizzate intere per non far attaccare il mosto sul fondo. Dal testo non si capisce, quindi grazie, provvederó a migliorare il testo!
Un abbraccio!
Salve,
nell’immediato dopoguerra, tutte le famiglie usavano recuperare il sangue dall’uccisione del maiale con quale si otteneva il “sanguinaccio” con l’aggiunta del cioccolato fondente, il latte, ma soprattutto il “vinocotto”.
Era veramente un nettare degli dei !
Pensate che il tutto veniva cotto a bagnomaria per ben 6 ore mescolato continuamente con un mestolo di legno!…la mia mamma sapeva fare anche questo !
Le mamme di oggi viaggiano tra gli scaffali dei supermercati….altro che sanguinaccio e simili!
Povere donne di un tempo che hanno conosciuto solo la fatica e solo quella !